Comunicati Stampa

18.04.08 / SICUREZZA / Ufficio Stampa

SECURITY DAY: LE CITTÀ CAPOLUOGO CHIEDONO AL GOVERNO UN “PACCHETTO SICUREZZA”

SECURITY DAY: LE CITTÀ CAPOLUOGO CHIEDONO AL GOVERNO UN “PACCHETTO SICUREZZA”


Potenziare le funzioni dei sindaci, sostenere economicamente i progetti delle città su sicurezza e qualità urbana, aumentare l’organico delle forze dell’ordine, introdurre norme specifiche e di certezza della pena per reati di grave allarme sociale e, poi, lotta alla clandestinità. Sono i contenuti principali del documento che, oggi, 16 sindaci d’Italia sottoscrivono e inviano al nuovo Governo in materia di sicurezza. Parma, Verona, Modena, Como, Cremona, Pavia, Belluno, Novara, La Spezia, Alessandria, Padova, Asti, Lodi, Treviso, Mantova e Piacenza firmano a Parma un protocollo bipartisan, che vuole essere anche un segnale alla politica nazionale, cui si chiede di essere attenta ai bisogni dei cittadini al di là delle logiche di schieramento. La sfida della sicurezza, per strada, sul lavoro, la sera, e nella propria casa, oggi è il punto di partenza necessario alla costruzione del bene comune, e la cornice di una democrazia compiuta e capace di garantire opportunità per tutti. Per questo i sindaci di città capoluogo, di vari colori politici, hanno approntato un documento da portare all’attenzione del nuovo Governo, per essere considerati da subito come interlocutori e per ricevere un impegno chiaro su questi temi. Il problema sicurezza è un fenomeno complesso come tutti quelli della società di oggi. Per questo il documento affronta veri ambiti e propone risposte diversificate. Alcune riguardano il livello locale, mentre altre necessitano di risorse e di un intervento convinto da parte dello Stato. “Da anni - spiega il sindaco di Parma Pietro Vignali che insieme al sindaco di Verona Flavio Tosi ha coordinato l’iniziativa - i comuni sono in prima linea su alcuni dei temi più caldi del momento tra questi c’è, naturalmente, la sicurezza dei cittadini che, adesso più che mai, è percepita come una priorità. Un fenomeno che non è più prerogativa delle grandi città metropolitane”. “Ai sindaci – aggiunge il primo cittadino di Parma - la gente chiede quotidianamente la sicurezza di rincasare tranquilla la sera o di aprire un’attività commerciale senza sentirsi in prima linea. Chiediamo al nuovo Governo gli strumenti per garantire legalità e sicurezza nelle nostre città”. “Il prossimo passo – dice Vignali rispondendo ad un giornalista – è chiedere un appuntamento al Governo, ai nuovi Ministri degli Interni e della Giustizia, e ottenere un’audizione con la Commissione competente”. Il sindaco di Verona Flavio Tosi ha chiarito che nel documento si chiedono regole chiare ed oggettive, laddove la normativa è tutt’altro che semplice. Oggi qui sono presenti i sindaci di numerose regioni del nord appartenenti a tutti gli schieramenti politici, a dimostrazione che il problema della sicurezza è identico per tutti così come la sua soluzione. Questo documento sarà di stimolo e un’occasione di confronto con il nuovo Governo, affinché possa comprendere le nostre assolute ed urgenti necessità”. Il sindaco di Modena Giorgio Pighi, oltre a rappresentare la sua città, è intervenuto anche come rappresentante del Forum italiano per la sicurezza urbana: “Noi sindaci abbiamo bisogno di ordinanze vere e non camuffate. Basta contrapporre politiche repressive e sociali, ci sono situazioni che vanno risolte in modo contentivo e altre con misure di integrazione e accoglienza. E basta anche contrapporre le sicurezze di destra e di sinistra, è una differenza che va archiviata”. Il sindaco di Pavia Piera Capitelli ha sottolineato come questa sia una iniziativa che nasce pulita “di sindaci che si trovano d’accordo e che vogliono essere interlocutori del Parlamento e del Governo”. Il sindaco di Cremona Gian Carlo Corada ha detto che “l’iniziativa di Parma non può essere strumentalizzata, perché questi sindaci non vogliono fare gli sceriffi né chiedere poteri di guerra né sostituirsi alle forze dell’ordine. Ma vogliono avere qualche potere di garanzia dell’ordine pubblico e regole chiare da potere applicare”. Il sindaco di Alessandria Piercarlo Fabbio ha dichiarato che “se potessimo usare il corpo di Polizia municipale come un qualsiasi altro corpo, metteremmo a disposizione centinaia di uomini migliorando la capacità e la garanzia di sicurezza per il cittadino”. Questi i punti del documento: Potenziare le funzioni dei sindaci. Nel documento, al punto primo, i sindaci chiedono di estendere anche ai reati minori e all’ordine pubblico la facoltà di adottare provvedimenti autonomi, oggi ristretti soltanto a gravi minacce per l’incolumità, e di aumentare le possibilità di collaborazione con i prefetti. Finanziamenti agli enti locali per progetti legati alla sicurezza. In tutti quei casi legati alle infrastrutture per la sicurezza (illuminazione, videosorveglianza, presidi) e sui progetti di riqualificazione delle aree degradate, i sindaci chiedono allo Stato di concorrere all’impegno economico degli enti locali. Aumento dell’organico di polizia. Nel documento si chiede di potenziare l’organico e la dotazione di mezzi delle forze dell’ordine anche nelle piccole e medie città, oggi fortemente penalizzate nella distribuzione di risorse. Più collaborazione tra Polizia Municipale e forze dell’ordine. Piani coordinati di controllo del territorio tra Vigili e forze dell’ordine e possibilità, anche per la Polizia municipale, di accedere alla banca dati dei veicoli e dei documenti rubati o smarriti. Il documento inoltre chiede procedure più efficaci, rispetto a quelle attuali, per assicurare l’immediato interessamento degli organi di polizia dello Stato nel caso di flagranza del reato. Inoltre si chiede di estendere alla Polizia municipale alcuni poteri di polizia sui reati minori e sulla sicurezza urbana, senza dovere impropriamente ricorrere al Codice stradale. Semplificazioni amministrative. I sindaci chiedono l’introduzione di una nuova disciplina che semplifichi le procedure amministrative per la concessione o il rifiuto della residenza, prevedendo contestualmente requisiti oggettivi coerentemente con le normative europee. Pene più severe. Introduzione di norme specifiche e pene più severe per alcuni reati. Il documento si riferisce esplicitamente allo sfruttamento dei minori in attività criminali o nell’accattonaggio, al danneggiamento e all’occupazione abusiva di luogo pubblico. Per quest’ultimo reato si chiede che il sindaco possa disporre l’immediato ripristino della legalità, a spese degli occupanti, e la chiusura della struttura fino all’adempimento dell’ordine. Certezza della pena. Per reati di grave allarme sociale, il patto chiede di rivedere la normativa vigente, rafforzando la risposta a situazioni che danneggiano la sicurezza dei cittadini e garantendo sia la celerità del giudizio che la certezza della pena. Lotta alla clandestinità e incentivi all’integrazione. Il documento si conclude chiedendo di intensificare la lotta alla clandestinità, che ostacola una buona integrazione degli immigrati regolari, e di aumentare gli strumenti e le risorse che permettano all’immigrazione di diventare un fattore di crescita della società, non di impoverimento e di conflittualità. Qualche esempio: aumentare i fondi per i minori stranieri non accompagnati e introdurre nuove norme per l’inserimento lavorativo. Sono presenti alla firma: Parma Pietro Vignali, Verona Flavio Tosi, Modena Giorgio Pighi (in rappresentanza anche del Forum italiano per la sicurezza urbana), Cremona Gian Carlo Corada, Pavia Piera Capitelli, Belluno Antonio Prade, Novara Massimo Giordano, La Spezia Massimo Federici, Alessandria Piercarlo Fabbio, Padova Flavio Zanonato, Asti Giorgio Galvagno. Hanno confermato la sottoscrizione anche: Lodi Lorenzo Guerini, Treviso Gian Paolo Gobbo, Como Stefano Bruni, Mantova Fiorenza Brioni, Piacenza Roberto Reggi. enbsp

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