Comunicati Stampa

04.06.09 / SICUREZZA / Ufficio Stampa

CITTADELLA DEL CIBO, VIA LIBERA AL PROGETTO DI FATTIBILITÀ. ENTRO MESE LA GARA

CITTADELLA DEL CIBO, VIA LIBERA AL PROGETTO DI FATTIBILITÀ. ENTRO MESE LA GARA


Via libera in Giunta al progetto di fattibilità della Cittadella del cibo. Ora il documento sarà messo a gara entro fine mese, una gara europea che dovrà individuare chi realizzerà, con la finanza di progetto, il polo della cultura alimentare di qualità nei padiglioni del Parco Ducale, occupati oggi dall’Università. “Si tratta di un’esperienza – spiega il vicesindaco Paolo Buzzi – che intende valorizzare le produzioni alimentari di qualità attraverso modalità di esposizione e di vendita innovative, che si discostano da un punto classico di acquisto di prodotti di largo consumo. Un luogo dove sarà possibile trovare anche ampi spazi integrati per la didattica e per promuovere quella cultura del cibo sano, che vede la nostra città in primo piano nella difesa della qualità alimentare e della produzione tipica”. La collocazione nel parco Ducale, e più precisamente negli ex padiglioni delle Fiere, oggi occupati da aule Università che saranno trasferite nei nuovi spazi di via Kennedy, non è casuale. Infatti proprio questa zona, quella di viale Piacenza, nelle intenzioni dell’Amministrazione sarà dedicata al cibo e alla qualità alimentare: oltre alla Cittadella del cibo, appunto, da dedicare a spazi espositivi, museali e a sale polivalenti che potranno ospitare manifestazioni, congressi e convegni legati al cibo, troveranno posto anche la sede operativa e di rappresentanza dell’Authority alimentare. “Lo strumento utilizzato – spiega l’assessore ai lavori pubblici Giorgio Aiello – è quello della finanza di progetto, con un contributo da parte del Comune di Parma di 1,650 milioni di euro all’interno di un importo complessivo stimato in 16 milioni e 392 mila euro”. All’interno del progetto anche un parcheggio, su tre livelli, a servizio sia della struttura che del quartiere, per un totale di 425 posti auto. Attraverso questo e attraverso attività di natura commerciale, che però dovranno avere, come chiede il bando, “un valore didattico e di promozione della cultura del cibo sano e di qualità”, verrà raggiunto l’equilibrio economico da parte del proponente. Luoghi che dovranno individuare, esprimere e spiegare criteri produttivi, oltre a illustrare la storia di tanti prodotti che costituiscono il meglio dell’enogastronomia italiana.

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