Comunicati Stampa

27.07.09 / SICUREZZA / Ufficio Stampa

PRESENTATA RICERCA QUALITÁ URBANA PER I NUOVI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI

PRESENTATA RICERCA QUALITÁ URBANA PER I NUOVI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI


L’Agenzia per la qualità urbana del Comune di Parma, nell’ambito delle attività intraprese nell’ultimo anno, ha ritenuto di dovere approfondire il tema della formulazione di criteri ed indicazioni volte ad innalzare la qualità progettuale degli insediamenti produttivi. Tale argomento, affrontato da Gian Luigi Capra e Luca Gulli, viene considerato di particolare rilevanza all’interno delle più ampie politiche di miglioramento e riabilitazione della qualità territoriale. “La funzione produttiva – spiega il responsabile dell’Agenzia per la Qualità Urbana e Architettonica Paolo Conforti - presenta, più di ogni altra destinazione d’uso urbanistica, caratteri di complessità organizzativa, di estensione dimensionale e di intensità d’uso tali da influire in modo determinante sulle dinamiche complessive delle altre componenti di un sistema metropolitano, sia dal punto di vista del funzionamento organizzativo che dell’impatto complessivo sul paesaggio e sullo spazio collettivo. Gli impianti industriali e territoriali presentano una estrema variabilità e differenziazione, nei caratteri funzionali e di forma architettonica (si va dal magazzino merci alla centrale energetica) e questo costituisce da sempre un fattore al contempo di ricchezza e di criticità, che può favorire in molti casi la sperimentazione progettuale ma anche la realizzazione di manufatti dissonanti e di insediamenti privi di regole e di ordine. Tutto questo porta a formulare la necessità di recuperare una attenzione alla qualità complessiva nel progetto dei quartieri industriali, tramite la proposta di specifiche progettuali impostate secondo criteri che integrino attente capacità programmatorie, indicazioni di assetto territoriale, disegno sensibile ed accurato degli spazi comuni e attrezzati che ospitano le aziende insediate. Il progetto degli insediamenti produttivi e dei manufatti che li costituiscono è andato incontro ad un drastico processo di de-qualificazione, riguardante sia gli aspetti urbanistici che quelli architettonici. Le aree industriali hanno assunto un ruolo sempre più marginale e frammentario, occultate, espulse o segregate dal resto delle funzioni e delle dinamiche d’uso della città; al contempo, con la perdita generalizzata del valore testimoniale attribuito alla sede aziendale, si assiste alla crescita di manufatti indifferenziati, contenitori concepiti con logiche di produzione in serie al solo scopo di essere funzionali, flessibili all’uso e in modo da potere incontrare le esigenze di una domanda generica e poco qualificata. Tali caratteri, inoltre, rendono poco praticabile qualsiasi operazione di riqualificazione che riguardi i manufatti realizzati, condannandoli, dopo qualche decennio, all’abbandono con pesanti ricadute paesaggistiche. “In definitiva – continua Conforti - si tratta di recuperare, per la realizzazione delle aree industriali, la dimensione di un approccio integrato al progetto urbanistico, tanto più necessario in quanto tali insediamenti specialistici sono spesso in stretta prossimità con l’abitato esistente o con ambiti paesaggistici delicati e di pregio.” A tal fine la ricerca svolta ha portato all’articolazione in più fasi del lavoro: - si è sviluppata una cospicua fase di raccolta documentaria, di ordinamento e analisi critica di strumenti e realizzazioni qualificate (quasi sempre appartenenti a contesti nordeuropei, culturalmente e tecnicamente più evoluti e consapevoli della delicatezza di questi temi di quanto non avvenga sul nostro territorio); - una fase di estrazione ed individuazione delle specifiche e dei fattori rilevanti nella determinazione della riuscita qualitativa di un progetto per il produttivo. Tali fattori attengono soprattutto a due ordini di problemi, per ora poco considerati: a) un uso dei parametri urbanistici attento sia agli aspetti della funzionalità, sia a quelli della qualità paesaggistica; b) definire azioni di natura eminentemente progettuale, riguardanti i nodi cruciali del progetto urbanistico: la coerenza nel disegno degli spazi aperti (dando uguale rilevanza alle aree pubbliche o a quelle interne ai lotti) e l’integrazione di tutti gli elementi che lo compongono, compresi gli aspetti architettonici; - una fase di elaborazione normativa, capace di differenziare i suoi livelli di cogenza a seconda della rilevanza dell’aspetto normativo e del suo impatto in quanto bene pubblico. Si è cercato quindi di delineare una disciplina che, agendo su pochi elementi ordinatori, potesse influire sulla valorizzazione complessiva del paesaggio industriale, senza gravare troppo sui costi del processo edilizio, intervenendo quindi semplicemente attraverso un più competente approccio progettuale.

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