Comunicati Stampa

13.11.09 / SICUREZZA / Ufficio Stampa

IL “SISTEMA PARMA”: VIGNALI, DE RITA E BURDETT NE PARLANO A PARTIRE DA UN’INDAGINE DEL CENSIS

IL “SISTEMA PARMA”: VIGNALI, DE RITA E BURDETT NE PARLANO A PARTIRE DA UN’INDAGINE DEL CENSIS


Il “sistema Parma”, luci, ombre, nuovi bisogni e prospettive oltre la crisi globale Vignali, De Rita e Burdett ne parlano a partire da un’indagine del Censis Crisi economica, stato di salute del nostro sistema produttivo, andamento demografico, nuovi bisogni emergenti, risposte da dare ad una società che vive un grande cambiamento e prospettive di sviluppo del “sistema Parma” nella competizione globale sono tra tema dell’incontro in cui il sindaco di Parma Pietro Vignali, il presidente del Censis Giuseppe De Rita e l’urbanista inglese Richard Burdett lavorerà al nuovo Psc della città ducale hanno parlato del presente e del futuro di Parma a partire da un’approfondita analisi socio-economica, compiuta dal Censis che è stata il punto di partenza per la stesura del Bilancio Triennale dell’Amministrazione “Si tratta – spiega il sindaco Pietro Vignali – di un’occasione importante per fotografare il momento che stiamo attraversando e aprire un confronto con la città sul suo futuro. In un momento storico ed economico di grande cambiamento e di grandi incertezze come questo non è possibile compiere scelte strategiche come quelle che caratterizzano un Bilancio triennale o addirittura una variante al PSC, senza analizzare in modo approfondito e oggettivo la situazione nella quale ci troviamo. Per questo il contributo di uno dei più importanti e qualificati istituti di ricerca socio-economica del paese è fondamentale. Il Censis, attraverso la sua indiscussa esperienza e professionalità ci ha aiutato a leggere in profondità luci e ombre del momento che stiamo vivendo, e ad affrontare le scelte cruciali che ci attendono in modo non superficiale né ideologico, ma il più lungimirante e responsabile possibile”. Lo studio illustrato da Giuseppe De Rita Presidente del Censis, è il frutto di oltre 9 mesi di lavoro, e prosegue le altre analisi che nel corso degli ultimi anni il Censis ha compiuto sulla nostra città. Lo studio analizza la situazione di Parma sia dal punto di vista socio-demografico che dal punto di vista economico, inserita nel contesto generale. Il 2009, infatti, è stato un anno cruciale per il sistema economico mondiale, colpito da una profonda crisi iniziata nel terzo trimestre del 2008, che ha coinvolto a vasto raggio i settori produttivi e le geografie globali, e che ha iniziato a mostrare segni di rallentamento se non di arresto a partire dal terzo trimestre del 2009, pur rimanendo aperti interrogativi sulla robustezza e sostenibilità della effettiva ripresa. Tale scenario si è riflesso anche sull’economia italiana, e sullo stato di salute del bilancio dello Stato, già precario, da cui, in attesa del compimento della riforma federale, dipendono ancora direttamente i bilanci degli Enti locali. Anche il sistema economico italiano sta mostrando deboli segni di ripresa, seppur in misura inferiore ad altre economie europee e mondiali che mostrano inversioni di tendenza più decise. In questo scenario macro-economico di grande incertezza, Parma si colloca in una dimensione economica robusta e di primo piano in Italia per prodotto interno e per occupazione. Questa posizione mostra comunque alcune aree di azione e criticità da indirizzare, soprattutto nell’industria agroalimentare che riveste un ruolo fondamentale nel sistema economico di Parma con 2.250 aziende operanti per un fatturato annuo di 14,7 Mld € pari a oltre il 25% del PIL. Mentre infatti l’industria agroalimentare parmense sta vivendo importanti trasformazioni guidate da cambiamenti in tecnologie, stili di vita e accesso alle risorse, la filiera mostra segni di debolezza, caratterizzata da un mix di piccole e medie imprese e qualche grande player, con bassa capacità di fare sistema, esposte al rischio di attacco da competitor più grandi, con bassa redditività e limitata propensione innovare e investire in ricerca e sviluppo. Dati questi elementi, l'Amministrazione locale ritiene prioritario sviluppare una serie di interventi diretti e indiretti che possano sostenere l'insediamento di attività e funzioni coerenti e compatibili con le vocazioni del territorio, in particolare aumentando l'attrattività della città, incoraggiando l’attrazione e la permanenza dei soggetti più vitali e creativi, e promuovendo l'insediamento di nuovi generatori di ricchezza e di benessere. A partire dal Bilancio 2010, pertanto, sono stati predisposti progetti innovativi per quanto riguarda il normale operato di un’Amministrazione comunale, ma non per questo meno rilevanti, nel campo della formazione, del marketing territoriale, della ricerca agroalimentare, e degli strumenti finanziari a favore dell’imprenditorialità giovanile. Dal punto di vista socio-demografico, infine, secondo il Censis Parma ha registrato un aumento record della popolazione residente nel 2008, confermando i trend di crescita dell’ultimo decennio, con una polarizzazione a favore delle fasce sopra i 65 e soprattutto sotto i 14 anni che si traduce in un progressivo ringiovanimento della popolazione residente. Un contributo importante sia alla crescita demografica sia al ringiovanimento della popolazione è fornito dai flussi migratori, che registrano un aumento costante dell’immigrazione e della presenza di stranieri residenti a Parma. Tale crescita mostra inoltre evidenti fenomeni di localizzazione, caratterizzati da una parte dalla dislocazione dei nuclei familiari più giovani e con maggiore tendenza alla natalità nei quartieri a più alto tasso di crescita e oggetto di interventi infrastrutturali e dall’altra dalla concentrazione degli immigrati in 5 quartieri prevalenti della città. “Lo studio del Censis è utile – prosegue il sindaco –per comprendere le scelte di fondo del Bilancio, che è stato costruito per rispondere proprio alle criticità e ai bisogni emersi dall’analisi. Per esempio abbiamo deciso di non limitarci ad azzerare le liste d’attesa dei nidi, ma di aumentare ulteriormente l’offerta di servizi per l’infanzia perché i dati ci dicono che la domanda continuerà ad aumentare sensibilmente. Abbiamo scelto di sostenere la famiglia con una molteplicità di servizi perché l’analisi ci dice che sarà sempre più centrale nel welfare di domani. Abbiamo puntato molto sulla formazione perché sta crescendo una Parma giovane che ha enorme bisogno di strumenti per entrare nel mercato del lavoro in modo competitivo. Questo aspetto riguarda anche le seconde generazioni di immigrati per i quali la formazione è sia un’occasione di qualificazione professionale che di integrazione sociale. Per quanto riguarda l’economia invece, abbiamo deciso di assumere più marcatamente un ruolo di stimolo all’innovazione e di supporto alle funzioni più avanzate della filiera, come la ricerca e la logistica, perché l’analisi evidenzia l’emergere di una serie di debolezze strutturali del tessuto produttivo, che non possono essere affrontate dalle singole imprese né dalle singole associazioni”. “Il Censis ha seguito da vicino e a più riprese la vicenda evolutiva della città di Parma – aggiunge De Rita –. Dunque, possiamo dire che un po’ la conosciamo. Sappiamo, ad esempio, che con le prime giunte civiche l’Amministrazione locale si è fatta “imprenditore del territorio”, segnando in questo una profonda discontinuità rispetto alla fase precedente caratterizzata da un certo immobilismo. Oggi, tuttavia, la città si trova in una fase di transizione delicata, interessata da potenti processi di trasformazione socio-economica. Ha dunque bisogno di una leadership che si mostri attenta e in grado di comprendere e “abitare” il cambiamento, piuttosto che progettarlo e produrlo con atti di volontà che possono risultare velleitari. Allo stesso tempo, da parte della città, questo processo non può essere delegato alle istituzioni, ma è qualcosa che si può dipanare solo con il contributo di tutta la comunità locale. Oggi la comunità locale vive alcuni timori e alcune forme di spaesamento. Quelli del cambiamento subito, innanzitutto, che si tratti dei nuovi venuti, della crisi economica globale, degli scricchiolii nel sistema di produzione di beni identitari. Un’urbanistica e un welfare vicini ai bisogni dei cittadini rappresentano un ottimo antidoto a tutto ciò perché esorcizzano le paure, aumentano il senso di fiducia, liberano risorse altrimenti bloccate”. Da un punto di vista urbanistico e infrastrutturale complessivo, infine, il rapporto del Censis ripercorre gli anni più recenti, nei quali è stato avviato un energico piano di ammodernamento infrastrutturale, tale da consentirci di porre rimedio innanzitutto ai ritardi più gravi. Con gli ultimi interventi che questa Amministrazione ha sbloccato o di cui ha completato il finanziamento, a fine mandato questa fase di ammodernamento potrà dirsi davvero conclusa. Grazie a questa messe di interventi oggi Parma può guardare alle proprie potenzialità e puntare allo sviluppo di tutte le sue eccellenze con ottimismo anche se in un contesto generale di crisi. Per fare questo, però, è necessario aggiornare gli strumenti e le politiche urbanistiche attuali al nuovo scenario. Diventa quindi necessario integrare lo strumento urbanistico vigente pensando a un nuovo Piano Strutturale che dovrà fornire anche risposte a temi emergenti e cruciali, come quelli della crisi economica, delle problematiche ecologico-ambientali, delle trasformazioni sociali, delle nuove esigenze di mobilità e di qualità della vita. A tale proposito, presente all’incontro anche il professor Richard Burdett, che a partire da oggi inizia la sua collaborazione con l’Amministrazione per la stesura della variante al PSC, il quale, non avendo ancora concluso la fase di studio preliminare, ha voluto considerare l’incontro di oggi un’occasione importante per raccogliere ulteriori elementi di studio e confrontarsi direttamente con le principali istituzioni della città, nonché per allinearsi con le scelte strategiche di fondo dell’Amministrazione, espresse dal Bilancio triennale. “Pur avendo una storia ed un carattere urbano del tutto specifici – dice Burdett –, Parma rispecchia le criticità e le opportunità di diverse altre città nel mondo: migrazione, frammentazione sociale, maggior aspettativa di vita, costo della vita, costi delle case elevati, dipendenza dalle automobili, accessibilità al mercato del lavoro, sanità e diritto allo studio; tutti temi chiave che in futuro condizioneranno gli abitanti di Parma esattamente quanto quelli di altre città del mondo. Tali sfide globali hanno bisogno di soluzioni localizzate e le città come Parma possono intraprendere iniziative urbanistiche innovative e pionieristiche, che diventino un punto di riferimento significativo a livello internazionale per quanto riguarda la progettazione e la realizzazione di una nuova idea di città al passo con i tempi. L’obiettivo di raggiungere il 50% di social housing a Londra, riqualificazione degli spazi pubblici e l’implementazione dei percorsi ciclabili a Copenhagen, le iniziative avanguardistiche legate al trasporto sostenibile a Curitiba e la riscoperta degli spazi pubblici di Madrid, rappresentano importanti esempi di sviluppo urbano sostenibile che potrebbero positivamente influenzare il dibattito sul futuro di Parma. La revisione del PSC vigente offre alla città di Parma l’opportunità di affrontare concretamente le importanti sfide urbanistiche che l’attuale condizione globale pone dal punto di vista della sostenibilità ambientale, sociale ed economica, e apre una serie di opportunità uniche nel loro genere, affinché Parma, nel prossimo decennio, puntando sul rafforzamento e la valorizzazione delle proprie peculiarità locali possa fare un salto di qualità così da coagulare prosperità economica ed integrazione sociale ad un basso impatto ambientale. Il nuovo PSC deve essere l’occasione per ripensare in profondità la pianificazione urbanistica introducendo nuovi valori: quelli dello sviluppo denso e misto, della prossimità tra casa, lavoro e spazi aperti, dell’integrazione e dell’equilibrio tra paesaggio urbano e paesaggio rurale, della produzione di energia a livello locale e di attenzione ai quartieri e alle frazioni quali contesti di socialità e sistema di servizi”.

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