Folli in visita all’impianto di Marzabotto: “Rifiuti elettrici, nuova frontiera per la raccolta differenziata”
Fino a qualche anno fa smaltire una vecchia lavatrice era semplicemente un costo, ora c’è chi è disposto ad acquistarla, recuperare il materiale, creare qualche posto di lavoro e ricavarci anche il legittimo utile di impresa.
E’ anche questo un segno dei tempi che cambiano, di un modo diverso di pensare alla gestione degli scarti. Dalla lavastoviglie alla lampadina, tutto o quasi è ormai in buona misura riciclabile.
In Emilia Romagna esistono due impianti specializzati per il trattamento e il recupero di rifiuti elettrici, classificati come “RAE”, che già ora vengono raccolti separatamente nelle stazioni ecologiche e sotto altre forme, quindi gestiti da IREN e avviati a centri specializzati .
Ieri l’assessore all’ambiente Gabriele Folli ha visitato a Marzabotto il “Borgo Ecologico”, impianto d’avanguardia creato dalla ditta “Dismeco”, che lo ha realizzato riutilizzando i capannoni delle ex cartiere Burgo (un tempo Rizzoli), in un’area di 42.000 metri quadrati, fra il fiume Reno e Monte Sole: “Abbiamo semplicemente recuperato e riutilizzato gli edifici preesistenti senza aggiungere cemento – ha affermato il presidente della Società Claudio Tedeschi – e l’energia la ricaviamo da un impianto fotovoltaico.
Oggi lavoriamo con 40 dipendenti, quasi tutti pachistani, perché è difficile trovare operai locali disponibili, ma la nostra potenzialità potrebbe essere notevolmente superiore, se non avessimo difficoltà ad ottenere il materiale da recuperare”. Tra l’altro, la Dismeco è leader mondiale assoluto nel recupero delle lavatrici, che vengono riciclate al 98%, grazie ad una linea produttiva creata con tecnologia apposita, ed è stata riconosciuta anche in sede di Parlamento Europeo..
A Marzabotto, comunque, si riceve e si lavora di tutto: dai frigoriferi (poco remunerativi) ai monitor televisivi, alle lampadine. E si paga chi li conferisce (di solito i consorzi).
“Il problema -ha rilevato l’assessore Gabriele Folli, che ha ritenuto molto utile la visita all’impianto nel paese bolognese – è quello di aumentare la quantità di rifiuti elettrici che vengono raccolti separatamente e correttamente trattati.
Ci sono ancora ampi margini di miglioramento e a Parma faremo di tutto per raggiungere risultati più apprezzabili, a cominciare da un lavoro sistematico nelle scuole. Sviluppare la raccolta differenziata dei rifiuti elettrici di ogni tipo – conclude Folli – significa svolgere una azione di alto valore ecologico, ma significa anche abbassare la bolletta per al tariffa rifiuti di Iren, in quanto diminuisce la quantità dei rifiuti solidi urbani avviati a smaltimento e produce una rendita, grazie al fatto che questo tipo di rifiuti ha un buon valore di mercato”.