Lettera aperta del sindaco Federico Pizzarotti
In merito all'aggressione di un quindicenne da parte di coetanei.
In questo momento sono vicino alla famiglia, convinto che l’accaduto si risolverà con un’azione concreta delle forze dell’ordine e poi della giustizia. Adesso, infatti, è importante restituire loro l’idea di vivere in una città ancora libera e civile, in cui la violenza è solo dei balordi e dei vigliacchi, ma che troverà sempre un contrasto da parte delle istituzioni.
Oggi il nostro compito è ridare al ragazzo la sicurezza di tornare a vivere la vita con serenità, curando le ferite morali subito dopo quelle fisiche. Come istituzioni dobbiamo ridare certezze a tutti quelli che subiscono le pressioni del bullismo: nella nostra comunità, la comunità parmigiana, dignità e rispetto sono e rimarranno diritti fondamentali di ognuno.
Drammaticamente il bullismo è un male della nostra società, è un nemico da vincere. È soprattutto un problema sociale da affrontare prima con la famiglia e poi con la scuola. Lo si contrasta efficacemente se entrambe gettano le basi di un vivere civile e sano, in piena opposizione a sentimenti come l’abbandono e il disagio. Da un po’ di anni la nostra società ha perso la strada del sentimento civico e del viver civile, del pensare con onestà ad una vita lontana dagli eccessi: spesso sono più gli esempi negativi a guidarci, e molto meno quelli positivi. Ne è prova l’abbandonarsi a gesti di inciviltà come lo sporcare volgarmente la nostra città, imbrattando i muri, gettando alimenti e lattine per strada; ma anche cercando costantemente scappatoie alla legge, furberie per raggirare le regole, oppure - e questa è peggiore – usando la violenza contro il prossimo.
Di questo declino la politica ha avuto la sua grande responsabilità: non può dirsi estranea o inconsapevole. Ha avuto le sue gravi colpe, sia morali che etiche. Il risultato è che tutti i giorni viviamo molti di questi esempi, ma se non ce lo diciamo o se non riconosciamo la situazione come drammatica, il “mostro” non lo vedremo mai in faccia, e di conseguenza non potrà essere vinto. Personalmente è una battaglia che sto portando avanti sin dal giorno dell’insediamento.
Le vittime di bullismo troveranno nelle istituzioni una spalla su cui poggiarsi, ma vorrei che questo fosse chiaro a chiunque: le istituzioni devono agire, agiscono e agiranno come poteri in contrasto al degrado e all’inciviltà. Sono la prima barriera in difesa della tenuta sociale della nostra comunità, ma lo saranno con più convinzione se scuola e famiglia, al loro fianco, sapranno insegnare ai giovani il senso del rispetto, dell’educazione e della dignità.
In questi giorni ho avuto diversi incontri con questura e prefettura sul problema della sicurezza, e abbiamo avviato operazioni congiunte di aperto contrasto al bullismo, allo spaccio e più in generale all’illegalità e alla percezione d’insicurezza. Continueremo su questa strada convinti che sia quella giusta: faremo il nostro dovere per tornare a garantire certezze, continuando ad investire sul sociale come il periodo storico e di crisi richiedono. Ogni sforzo sta andando verso questa direzione, ma anche qui vorrei essere chiaro: la soluzione non dobbiamo ricercarla soltanto nei controlli che stiamo effettuando. È un’azione più che dovuta, ma la soluzione è e sarà sempre da ricercare nella prevenzione: famiglia e scuola devono essere i primi, indiscutibili anticorpi contro ogni forma di abbandono.