Lauro Grossi 25 anni dopo: la città gli rende omaggio nel suo stadio di atletica
Il sindaco, il dirigente politico, il manager, l’uomo di sport: Lauro Grossi ricordato dai compagni di avventura nell’Amministrazione della città, nella politica, nello sport e nella vita familiare.
Molti di loro si sono incontrati dopo anni, hanno rivissuto emozioni, episodi,momento belli e momenti drammatici che hanno contraddistinto la breve vita di Lauro Grossi, per 9 anni sindaco di Parma, stroncato da un infarto a soli 57 anni, mentre si trovava in una burrascosa riunione del suo partito alla sezione Tomasicchio, all’Ospedale Vecchio.
Ad un quarto di secolo esatto dalla sua scomparsa, il 2 giugno del 1989, la famiglia, con la collaborazione del Comune di Parma ha voluto celebrare la ricorrenza nello stadio di atletica da lui realizzato e a lui dedicato.
Il ricordo del sindaco Pizzarotti
La cerimonia, coordinata dal giornalista Gabriele Balestrazzi, dopo una breve sosta di raccoglimento dinanzi al busto con la moglie Rita, affiancata da Federico Pizzarotti,
si è aperta con una rievocazione del sindaco: “L’affetto e il calore che si sentono oggi – ha affermato Pizzarotti – sono la migliore testimonianza di quanto fosse amato e stimato Lauro Grossi”. Il sindaco ha quindi tracciato un breve ma intenso profilo del suo predecessore, ricordandone le doti straordinarie “di grande passione, grande buon senso, grande capacità di cogliere i bisogni e i sentimenti dei cittadini, per dirla in una parola, grande personalità”.
“Lauro Grossi – ha continuato - è stato uno di quelli che ha lasciato un segno profondo nella città e nei sentimenti dei parmigiani che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di apprezzarlo.
In tempi in cui la politica era passione civile ma anche forte spirito di appartenenza, Lauro Grossi ha saputo proporsi come sindaco di tutti”.
Pizzarotti ha quindi elencato le azioni principali che hanno caratterizzato l’attività amministrativa del sindaco Grossi a cavallo fra giunta di sinistra e pentapartito: il potenziamento dell’assistenza domiciliare, la costruzione di 3 centri diurni, due nuove case protette, le sue battaglie, a fianco di Mario Tommasini per l’umanizzazione della vita carceraria, il recupero dei giovani implicati nella terribile vicenda dello stadio Federale, e poi ancora l’intenso lavoro del dopo terremoto, la creazione di due quartieri artigianali, il trasferimento della Fiera a Baganzola, la tangenziale nord, i parcheggi interrati, tre nuove scuole elementari, il raddoppio del Palasport dedicato all’amico Bruno Raschi, e molte altre iniziative ancora, che determinarono lo sviluppo e la profonda trasformazione della città negli anni ottanta.
Cosi lo ricordano amministratori, amici e compagni di partito
Mara Colla, che gli è succeduta sulla, poltrona di primo cittadino in quella drammatica estate ha sottolineato l’autorevolezza di Lauro, un uomo “capace di coniugare fatica, sacrificio, impegno e soddisfazione per ciò che riusciva a fare per la sua città”.
Dopo di lei è intervenuto il primo vicesindaco della prima Giunta Grossi, Gianni Cugini, che ha rievocato alcuni episodi personali che bene fanno comprendere la figura del sindaco tanto amato dai parmigiani, e ha ricordato che durante il suo mandato fu delocalizzata la Fiera a Baganzola, fu istituito il premio Sant’Ilario e furono realizzate innumerevoli opere pubbliche, ma soprattutto “Grossi è stato un sindaco capace di dialogare, di rapportarsi con tutti, di conservare le amicizie anche al di là delle mutevoli vicende politiche”.
Claudio Magnani, compagno di tante battaglie nel Partito Socialista ha ricordato al grande serenità di Lauro, il calore, la passione, la saggezza, la compostezza che erano tratti distintivi del suo riformismo improntato alla solidarietà, ed ha rievocato “il tristissimo momento in cui il cerimoniere di allora Giancarlo Codeluppi usci con la mazza dei Farnese in una piazza straripante e commossa”.
“Non lo abbiamo dimenticato – ha affermato l’ex ministro Fabio Fabbri, il suo esempio non è andato perso, ho ancora nel cuore il ricordo della sua serenità e del suo ottimismo. E ha ricordato da testimone quella terribile notte in cui il cuore di Lauro ha smesso per sempre di battere.
La passione per il ciclismo, la frenetica attività di promozione del marchio Salvarani in giro per il mondo, l’ironia di un amico con cui ci si capiva subito sono stati rievocato da Vittorio Adorni, che fu atleta di punta della grande Salvarani.
I ringraziamenti della famiglia
La celebrazione è stata chiusa dalla figlia Graziella, che ha voluto ringraziare in primo luogo il Comune per aver lavorato a questa straordinaria testimonianza di ricordo del padre, restituendo di lui un ricordo vivo e attuale: “Sto percorrendo un tratto di vita familiare riavvolgendo il nastro della memoria – ha affermato Graziella – ricordo il rumore della sua Lancia che nel fine settimana ci veniva a trovare d’estate a Borgotaro, sulla strada del Bratello, e le ore trascorse con lui a spasso per la città; e ricordo anche quando a lui, juventino, Adriano De Zan gli chiese come mai avesse una figlia interista: “Adriano – fu la sua risposta – la mia casa è una palestra di libere opinioni”. E Graziella Grossi ha concluso il suo intervento riportando una frase pronunciata alle esequie da Elvio Ubaldi, allora vicesindaco e amico personale, ieri assente perché impossibilitato a partecipare: “Ciò che lascia è migliore di ciò che ha trovato”.