La fantasia dell’androide, del doppio, dell’altro che compie azioni e gesti straordinari al posto nostro, è fortemente radicata nel nostro immaginario. Leggende, favole e miti hanno raccolto, a qualsiasi latitudine, il bisogno profondo dell’uomo di creare un alter ego sul quale proiettare l’impossibile. E questo è ancora più vero se a fantasticare è una mente giovane che deve ancora fare esperienza del mondo. Si discute dell’” alienazione” dei nostri figli e fratelli minori, del loro compulsivo bisogno di esprimere desideri e paure attraverso avatar, dispositivi tecnologici e bambole replicanti, immagini di immagini. Ma cosa c’è dietro tutto questo? Invece di giudicare, punire, nascondere e debellare, dovremmo tentare di fornire ai nostri ragazzi degli strumenti di comprensione rispetto a ciò che fanno magari inconsciamente, o per pura emulazione, o più semplicemente per non sentirsi soli, rifiutati dagli altri compagni. Un’altra questione, non meno centrale: siamo così sicuri di essere immuni da queste “tentazioni”? Non abbiamo forse anche noi adulti i nostri amuleti, i nostri avatar, le nostre “fotografie ritoccate”, i nostri interventi rappresentativi volti a migliorare o modificare la nostra immagine che non ci piace? Questo preambolo per spiegare il contesto e l’obiettivo del lavoro. Creature Artificiali è un progetto triennale in quattro movimenti dedicato principalmente a ragazzi tra 12 e 18 anni. Per parlare direttamente e in maniera più autentica a questa sensibile fascia d’età, si vuole formare una compagnia di giovani attori in formazione che parteciperà a tutte le fasi della creazione.