Dall’11 al 26 novembre la Galleria San Ludovico ospita Padroni delle nostre vite, esito finale del laboratorio artistico sul tema della legalità realizzato da docenti e studenti del Liceo Paolo Toschi in collaborazione con il Conservatorio Arrigo Boito, con il patrocinio e la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma.

Si tratta della fase conclusiva di un progetto del MIUR che ha visto all’opera docenti e studenti allo scopo di recuperare la centralità della scuola in funzione delle dinamiche evolutive dei ragazzi partendo dal tema della legalità e approdando a quello di cittadinanza attiva.

Ciò è stato realizzato con l’obiettivo di promuovere la conoscenza e l’esercizio dei diritti e delle responsabilità civiche finalizzate all’acquisizione di capacità critiche che consentano una partecipazione attiva e responsabile fondamentale per il progresso della società civile.

La necessità di individuare un elemento tridimensionale che potesse diventare l’espressione del concetto  di legalità ha portato gli studenti della classe 4B di arti figurative a individuare nel vaso il soggetto da cui partire. È stata considerata la necessità di contenere la società  in un insieme di abitudini e regole volte a preservare i diritti e i doveri dei cittadini.  In tal senso il vaso rappresenta la legalità. Il contenitore è funzionale al contenuto che lo caratterizza.

I Vasi sonori sono i tre vasi in terracotta che hanno origine da un’unica grande sfera dalla quale vengono a crearsi forme diverse. Dovendo contenere e trasmettere il suono,  le casse di risonanza sono state realizzate in modo da ottenere modulazioni sonore differenti.

C’è poi un grande vaso, sezionato seguendo il movimento di una linea serpentina che allude a una proiezione tridimensionale dello yin e dello yang, elementi opposti nell’equilibrio perfetto, che rappresenta il movimento della vita come compresenza e avvicendamento di forze negative e positive in equilibrio tra loro. Da questo vaso nascono il vaso di Pandora,che allude alla città attuale  e il vaso di luce che allude alla città ideale . 

Anche i materiali coi quali sono state foderate le griglie in ferro, sottolineano il loro carattere : resina epossidica, ottenuta dagli scarti di lavorazione del petrolio per il vaso di Pandora, e  PLA che si ottiene dalla fermentazione del mais, per il vaso di luce.

  Le Installazioni realizzate nelle nicchie adiacenti l'entrata sud  si riferiscono ai due grandi vasi di Pandora e Utopia. Le bottiglie di plastica   sono  il simbolo dell’inquinamento,  nei confronti del quale, si vuole richiamare l’attenzione, sottolineando la gravità del problema  attraverso un linguaggio artistico. L'acqua invece rimanda alla natura, alla purezza e alla (ri)nascita della vita.

In “Padroni delle nostre vite” - produzione significativamente definita come “Teatro/Musica/Scultura/Video” -  la componente musicale si propone di agire in dialettica stretta con le altre espressioni in gioco: i vasi sonori , la drammaturgia, oltre alla diffusione di frammenti video realizzati sempre dagli studenti del Liceo Toschi .

  Nella performance teatrale e musicale presentata sabato 11 novembre e documentata nel video, agli strumenti “acustici” - saxofono contralto e contrabbasso -, sono stati destinati lavori originali scritti da due studenti di composizione ed eseguiti da altrettanti di strumento del Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma, mentre i brani elettronici “acusmatici”, cioè non affidati a esecutori in carne e ossa, ma “suonati” da altoparlanti collocati all’interno dei vasi sonori, hanno fatto risuonare dalle loro cavità le voci trasfigurate dei giovani attori,  si possono anche toccare (ed il pubblico è invitato a vivere anche questa esperienza tattile, interagendo in modo diretto con le sculture stesse). 

Gli autori “acusmatici”, sempre allievi del corso di composizione elettronica del “Boito”, hanno studiato le curve di risonanza dei vasi e hanno poi realizzato una trama di suoni che s’intreccia al tessuto narrativo, fornendo un contributo di verità e di sapienza che può evocare le sentenze degli antichi oracoli.