Il documentario porta in scena i temi che riguardano le sfide della neogenitorialità raccontando, attraverso la voce di alcune mamme, esperienze in cui si intrecciano luci e ombre, emozioni gioiose e tanta paura, in diversi casi con la solitudine come comune denominatore.
La visione de “I nove mesi dopo” propone una denuncia della prescrizione sociale della felicità “assoluta”.
La lettura pedagogica delle storie di vita può costituire una base importante per poter progettare percorsi di accompagnamento alla genitorialità e di attenzione all’infanzia più in generale.
La riflessione contribuisce a portare uno sguardo attento e sensibile alla complessità della realtà della esperienza di maternità, così come alle pratiche educative che di volta in volta e di cultura in cultura che la esprimono.