MOBILITÀ E TRASPORTI / 29.01.15

Aria irrespirabile, il Comune corre ai ripari

Ventuno sforamenti delle polveri sottili (PM 10) nel mese di gennaio: tanti, troppi, per fare finta di nulla.

Folli

L’assessore  all’ambiente Gabriele Folli ha deciso di correre ai ripari, almeno per fronteggiare quella che si configura come una vera e propria emergenza.

Ieri ha convocato in Municipio le istituzioni direttamente coinvolte (ARPA, Prefettura, AUSL, Ordine dei Medici), insieme  ai componenti delle commissioni consiliari, associazioni di categoria dei commercianti, società autostrade e associazioni ambientaliste.

Folli ha presentato al situazione ed ha ascoltato idee e proposte in merito alle misure da adottare per sensibilizzare la città e ridurre il grado di inquinamento.

L’assessore ha premesso che Parma sta attuando le misure previste dall’accordo regionale sulla qualità dell’aria, che comunque ha prodotto risultati importanti, ma purtroppo insufficienti a preservare la nostra salute: in dieci anni si è ridotto notevolmente l’inquinamento in termini di media annuale, grazie sia alle misure prese congiuntamente a livello regionale, sia agli investimenti attuati per alleggerire il carico inquinante (ad esempio rinnovando il parco veicoli del trasporto pubblico). Ciò è stato possibile proprio per effetto dei contributi legati all’accordo.  

Per di più il Comune di Parma (la città è la più inquinata della regione) ha adottato misure aggiuntive: divieto di circolazione esteso ai veicoli Euro 4 nelle giornate di limitazione del traffico, riduzione del riscaldamento a 19 °, chiusura delle porte dei pubblici esercizi quando il riscaldamento è in funzione, controlli delle caldaie, ottenendo anche un riscontro importante in materia di rinnovo del parco veicolare circolante (immatricolazione di 10.700 veicoli Euro 5 e Euro 6 negli ultimi due anni).

Purtroppo, però, il numero degli sforamenti nel mese di gennaio è assolutamente incompatibile con quelli ritenuti dalla legge “accettabili” su base annua (35 in tutto, a fronte dei 21 già registrati   nel mese in corso), e a Parma siamo di un quarto sopra la media regionale.

“Parma da sola non ce la può fare – ha affermato il direttore di Arpa Eriberto De’ Munari – servirebbero interventi strutturali generalizzati, quali la coibentazione degli edifici, ma in via immediata possiamo agire solo sul traffico, e un’aspirina non cura la malattia ma può abbassare temporaneamente la febbre. Quindi è certo che più riduciamo il traffico e meglio staremo”.

La proposta dell’ARPA è stata sostanzialmente condivisa da quasi tutti gli interlocutori presenti al tavolo, in particolare da AUSL e Ordine dei Medici, con l’eccezione dei commercianti, che hanno posto il problema dei danni che deriverebbero alla categoria per misure che ritengono sostanzialmente poco efficaci.

Sul che fare, Comune e ARPA hanno indicato una strada possibile: anticipare  a Parma, in via sperimentale, l’applicazione di alcune delle misure che diventeranno legge regionale a partire dall’ottobre 2015, con chiusura al traffico dal lunedì al venerdì per i mezzi più inquinanti, con graduale ampliamento del divieto di circolazione dal 2015 al 2020.

Accantonata per il momento l’ipotesi di targhe alterne, la misura emergenziale su cui si sta lavorando e che verrà resa nota a breve nei suoi dettagli, è quella di chiudere la città al traffico per i mezzi inquinanti dopo 4 giorni consecutivi di ulteriori sforamenti, dalle 8,30 alle 18,30, fino a  quando la situazione non rientra nella normalità.