AMBIENTE / 23.05.18

Presentato il protocollo per il verde urbano

Piano del Verde e Consulta del Verde gli obiettivi principali

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Protocollo di intesa per agroecologia urbana città e scuole verdi

Un accordo voluto dalla rete “Per Parma città verde” per lo sviluppo di città e scuole verdi e dell’agroecologia di comunità e sociale nelle aree pubbliche

Presentato in Sala Rappresentanza del Municipio dall'assessore alle Politiche di pianificazione e sviluppo del territorio e delle opere pubbliche del Comune di Parma Michele Alinovi un protocollo di intesa per il sostegno e l'incremento di città e scuole verdi e dell’agroecologia di comunità e sociale nelle aree pubbliche.

Il protocollo nasce dalla condivisione dei principi fondamentali di un approccio green per la città, la scuola e la comunità da parte della neo nata rete “Per Parma città verde”, che vede anche la partecipazione del mondo della scuola cittadino, di tante realtà associative e di solidarietà sociale del territorio.

La condivisione, in forma di assemblea pubblica, con tutte le associazioni partecipanti rappresenterà il primo appuntamento (venerdì 25 maggio, alle ore 10, al WOPA) del Festival dello Sviluppo Sostenibile. “E’ significativo che una kermesse ricca di appuntamenti autorevoli sul futuro sostenibile della nostra città si apra con un’assemblea di soggetti e associazioni che vogliono condividere l’innalzamento del livello di cura e qualità del verde pubblico della nostra città. Ringrazio Francesca Riolo, di Fruttorti per l’attività di coordinamento tra i venti soggetti che hanno deciso di aderirvi” ha sottolineato Michele Alinovi “Gli impegni che prendiamo con questo protocollo a partecipazione ampia, sono principalmente: la formulazione di un “Piano del Verde”, previsto per altro dalla L. 10/2013 e la riattivazione della “Consulta del verde” pur in una situazione di risorse molto risicate. Dopo l’assemblea pubblica di venerdì il Protocollo sarà emendato dalla Giunta”

La Città Verde: è da intendersi come una città sostenibile nella quale venga elevata la quota di spazio destinata alle persone e alla natura perseguendo, per quanto possibile, la riduzione del consumo del suolo e dove la natura divenga parte integrante del tessuto urbano per apportare fondamentali benefici ambientali, sociali ed economici.

In particolare una città in cui il verde possa essere promosso da mero arredo urbano ad elemento urbanistico fondamentale ed infrastruttura in grado di fornire servizi ecosistemici dall’elevato valore sociale ed economico: la mitigazione dell’inquinamento atmosferico e idrico, regolazione del clima, sequestro del carbonio, riduzione dell’effetto isola di calore e dei relativi consumi energetici ed emissioni, regimazione delle acque e prevenzione alle alluvioni, protezione e formazione del suolo e aumento della sua fertilità, completamento del ciclo dei nutrienti, produzione di cibo, medicine, materiale per l'artigianato.

Antonio Maria Tedeschi, delegato al decoro dall’Ottobre scorso, ha precisato “La strada di attuare scelte condivise è ovviamente una strada più complessa, ma ci garantisce una visione di lunga durata. Questo protocollo è uno strumento di condivisione e di diffusione delle attività in progetto e rispetterà anche un indirizzo ANCI che contempla uno sforzo complessivo nel senso del verde: mobilità, arredo verde urbano e ambiente sono connessi e tali vanno progettati”.

In quest'ottica il “verde” apporta alla città inoltre benefici culturali, estetici, paesaggistici, ricreativi e di benessere tipici di un ambiente il più possibile vicino a quello naturale, senza dimenticare i benefici salutari legati alla prevenzione e cura di malattie, alla promozione di stili di vita attiva, ma anche alla protezione della biodiversità, di specie in estinzione e corridoi ecologici che riducono la frammentazione degli habitat naturali (una delle principali minacce alla biodiversità).

Infine, non sono da sottovalutare i vantaggi e gli influssi positivi in termini di attrattività turistica della città.

 

La Scuola Verde: viene intesa come quella scuola che partecipa ai processi di riqualificazione urbana, ai processi di ridistribuzione degli spazi urbani condivisi, restituendo la natura a bambini e ragazzi attraverso aule verdi all'aperto, permettendo loro di sviluppare conoscenza e consapevolezza in particolare dell’ecosistema di cui l’uomo fa parte, ma anche senso di appartenenza, sensibilità, curiosità e capacità pratiche come quelle di produrre il proprio cibo, benessere e svolgere una vita sana e attiva, fornendo opportunità motorie, di gioco e divertimento e di didattiche diversificate.

L’agroecologia di comunità: con “agroecologia” si intende la pratica di un’agricoltura che si ispira all’ecologia per la gestione di sistemi che producono cibo, fibre, carburanti e medicinali nel rispetto dell’ambiente e delle persone, non vengono utilizzate sostanze chimiche di sintesi e tutto questo conduce al miglioramento della fertilità dei suoli e della biodiversità; con “di comunità” si intendono forme di coltivazione condivisa come gli orti-giardini e le food forest afferenti ad un nuovo modello di rigenerazione urbana, dove “l’agricoltura di quartiere” diventa lo strumento attorno al quale costruire un senso di comunità, sicurezza alimentare, resilienza, integrazione, inclusione, emancipazione, opportunità di dialogo e incontro tra cittadini per lo sviluppo della partecipazione, della democrazia dal basso, della cittadinanza attiva, dell’incontro multi-generazionale e multi-culturale, ma anche opportunità didattiche, formative e culturali, ludico-motorie, espressivo-corporee per poter facilitare anche l’accesso al diritto alla salute, alla prevenzione, al gioco ed allo sport.

E’ compresa anche la creazione di spazi comunitari dove poter reperire cibi prodotti nelle aree periurbane, quali mercati a cui afferiscono agricoltori biologici e solidali, al fine di favorire lo sviluppo e il sostentamento dell’agroecologia periurbana e di prossimità dipendenti per natura dal legame con la città, di relazioni etiche e di fiducia tra i produttori e gli altri soggetti della comunità, come dell’accesso a fonti di cibo al di fuori dei circuiti della grande distribuzione.

Tra i primi passi operativi del protocollo sono previsti la redazione di un Piano del Verde, la riattivazione della Consulta del Verde e l’avvio dell’applicazione delle migliori linee guida regionali, nazionali ed internazionali nella gestione e sviluppo del verde urbano oltre, che la promozione e il sostegno ad iniziative e progetti di Cittadinanza Attiva e Bilancio Partecipato che promuovano le finalità del Protocollo.