Impronte. Noi e le piante
A Palazzo del Governatore dal 13 gennaio in mostra oltre 200 immagini per raccontare l’evoluzione del rapporto tra botanica e visual culture
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Impronte. Noi e le piante
A Palazzo del Governatore dal 13 gennaio in mostra oltre 200 immagini per raccontare l’evoluzione del rapporto tra botanica e visual culture
Numero progressivo del comunicato stampa
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"text": "Visitare una mostra e ritrovarsi a sfogliare un album di famiglia, in cui a prendere vita sotto i nostri occhi non sono i ricordi privati ma le memorie collettive e cangianti dei nostri rapporti con le piante nel corso di oltre 6 secoli. A Parma, nella splendida cornice di Palazzo del Governatore, sabato 13 gennaio 2024 apre al pubblico Impronte. Noi e le piante (noielepiante.it), esposizione unica nel suo genere che ripercorre in oltre 200 oggetti figurativi (erbari storici, illustrazioni botaniche, stampe in nature printing e xiloteche, ma anche fotografie moderne e immagini ad alta tecnologia) il rapporto inesauribile che lega umanit\u00e0 e natura, botanica e immagini, scienza e arte.",
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"text": "Realizzata dall\u2019Universit\u00e0 di Parma in collaborazione con il Comune di Parma e il sostegno di Fondazione Cariparma, Gruppo Chiesi e Gruppo Davines, Impronte dipana nelle sue 10 sezioni il filo della memoria naturale che da sempre l\u2019uomo cerca di cogliere e fissare, dalla carta degli erbari alle odierne immagini satellitari dei censimenti arborei, passando per illustrazioni, taccuini, modellini e persino risonanze magnetiche e sguardi ai raggi X. Al centro, ideale e concreto raccordo tra le epoche, l\u2019installazione audiovisiva Artificial Botany, a cura di fuse*, che esplora suggestioni e capacit\u00e0 espressive delle illustrazioni botaniche classiche attraverso l\u2019uso di moderni algoritmi di apprendimento automatico.",
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"text": "La mostra - visitabile gratuitamente fino all\u20191 aprile, da mercoled\u00ec a domenica dalle 10 alle 19, festivi inclusi - prevede anche visite guidate, laboratori didattici riservati a giovani esploratori accompagnati dai propri insegnanti e un concorso per giovani illustratori, intensificando cos\u00ec il dialogo - mai interrotto - tra Parma e la sua Universit\u00e0. Un rapporto oggi ancora pi\u00f9 profondo grazie all\u2019avvio dei lavori di ristrutturazione dell\u2019Orto Botanico (ortobotanico.unipr.it), oggetto di un significativo recupero volto a renderlo uno dei fulcri cittadini e nazionali su cui imperniare comunicazione scientifica, educazione e ricerca condivisa, soprattutto sui temi della cultura vegetale in ogni sua declinazione umanistica e scientifica. Nel progetto di recupero l\u2019Ateneo \u00e8 affiancato da istituzioni e realt\u00e0 private del territorio: Ministero dell\u2019Universit\u00e0 e della Ricerca, Ministero della Cultura, Fondazione Cariparma, Gruppo Chiesi e \u201cParma, io ci sto!\u201d",
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"text": "Molte opere esposte portano alla luce i rapporti tra immaginario botanico e citt\u00e0, dagli erbari di personaggi illustri decisi a dare il giusto valore al sapere botanico (come Luigi Gardoni, il cui omonimo erbario farmaceutico \u00e8 stato riportato alla luce solo nel 2014 dopo una permanenza silente negli armadi dell\u2019Orto Botanico lunga pi\u00f9 di un secolo), alla \u201cdonazione regale\u201d di modelli di funghi in cera acquistati da Maria Luigia d\u2019Austria proprio per l\u2019Orto Botanico, passando per storie, notizie e curiosit\u00e0 contenute nell\u2019altrettanto nutrito universo digitale composto da QR-code e video.",
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"text": "\u201cSi usa spesso l\u2019espressione plant blindness per indicare la nostra scarsa capacit\u00e0 di notare le piante nella vita di tutti i giorni\u201d, spiega Renato Bruni, direttore scientifico dell\u2019Orto Botanico di Parma e responsabile del progetto scientifico della mostra. \u201cImpronte nasce per evidenziare come invece studiosi e ricercatori abbiano sviluppato nei secoli una grandissima capacit\u00e0 di osservazione verso questi organismi, scoprendone gradualmente caratteristiche e peculiarit\u00e0. A mancare sino ad ora \u00e8 stata la ribalta, l\u2019esposizione completa del fotoromanzo che la scienza ha costruito in secoli di botanica, un piano sequenza per capire quanto sia cambiata la risposta a una domanda solo apparentemente innocua: \u201cche cos\u2019\u00e8 una pianta?\u201d Si tratta di una risposta agevolata dallo strumento visuale e dal suo portato simbolico: le immagini scientifiche delle piante sono bellissime e capaci di trasmettere concetti complessi nell\u2019emozione di un attimo\u201d.",
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"text": "Le dieci sezioni\n Articolate in un percorso che occupa i 570 mq degli spazi espositivi situati al primo piano del Palazzo del Governatore, le dieci sezioni in cui \u00e8 organizzata la mostra accompagnano i visitatori in un viaggio nel tempo tra isole di sapere, muovendosi tra gli estremi di un utilitarismo vecchio e nuovo che attraverso la rappresentazione vegetale approda sugli arcipelaghi delle scienze e delle arti: ",
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"text": " L\u2019epoca del disegno \u2013 tra decoro e studio\n 2. L\u2019illustrazione scientifica \u2013 tra estetica e identit\u00e0\n 3. A scuola di botanica \u2013 le immagini di veri saperi \n 4. Il mondo delle illustratrici \u2013 una porta verso la scienza\n 5. Le collezioni di Parma \u2013 una capsula del tempo che si apre\n 6. L\u2019epoca della tecnologia \u2013 immagini seriali e oggettivit\u00e0 \n 7. Fotografie e nuovi occhi \u2013 le piante oltre il visibile\n 8. Le piante e il mondo \u2013 organismi che interagiscono\n 9. Le immagini olistiche \u2013 oltre la semplice forma\n 10. Le foto di gruppo \u2013 noi e le piante in citt\u00e0, nei campi, nei boschi",
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"text": "Dalle riproduzioni calligrafiche all\u2019agricoltura di precisone, dagli erbari medioevali alla tomografia a emissione di positroni, Impronte traccia la parabola temporale della relazione tra uomo e natura, mostrandone tutte le declinazioni. Una mano, anzi, una manicula, lo sottolinea fin dall\u2019inizio del percorso espositivo: \u00e8 quella disegnata da un ignoto lettore a margine della copia dell\u2019Hortus Sanitatis di Johannes da Cuba (1548), un segno di evidenziatore ante litteram che a distanza di secoli lascia dietro di s\u00e9 un\u2019impronta ancora ben visibile, e da cui partire.",
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"text": "Ecco quindi farsi strada gli erbari ad uso di medici e farmacisti, dominati da un approccio realistico e una precisa funzione, le tavole tratte da atlanti destinati al riconoscimento \u201cprofessionale\u201d delle erbacce da estirpare lungo le ferrovie, ma anche i cataloghi di campioni di colore da abbinare a precise variet\u00e0 e specie botaniche come l'originalissimo R\u00e9pertoire de couleurs pour aider \u00e0 la d\u00e9termination des couleurs des fleurs, des feuillages et des fruits che unisce esperienze e necessit\u00e0 di floricoltori, artisti e scienziati. \u00c8 anche grazie a una simile variet\u00e0 di applicazioni che si rende necessario un avanzamento nella ricerca sulle tecniche di impressione, litografia e galvanotecnica su tutte, che unito alla fascinazione artistica per l\u2019illustrazione botanica conduce rapidamente alla sua commercializzazione, traghettandola nella modernit\u00e0. Riproduzioni in serie, stampe, ma anche tracce di avvincenti spy-stories legate a furti e diritti di propriet\u00e0 aggiungono preziosi e inimmaginati tasselli al complesso mosaico creato delle opere in mostra. Tra queste, le rarissime riproduzioni calligrafiche di funghi in cera, i modellini Brendel in papier m\u00e2ch\u00e9 e le \u201ccarte di identit\u00e0\u201d lignee degli alberi, le xiloteche o holzbuch, che insieme contribuiscono a descrivere il superamento dalla conoscenza delle piante per mero riconoscimento verso una dimensione pi\u00f9 ampia, che contempla aspetti fisiologici, ecologici e persino agronomici. ",
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"text": "Oggetto di interesse sempre crescente, la rappresentazione naturalistica investe anche la sfera professionale femminile, perch\u00e9 \u00e8 proprio passando per la porta dell\u2019illustrazione botanica che molte donne hanno potuto accedere al mondo delle scoperte scientifiche, storicamente dominato dal genere maschile. Un percorso lungo e non privo di ostacoli - ben sintetizzato dal video appositamente realizzato con la collaborazione del Museo Botanico dell\u2019Universit\u00e0 di Padova - ma colmo di grande bellezza, la stessa che emana dalle opere originali sette-ottocentesche di Maria Sybilla Merian, Dissertatio de generatione et metamorphosibus insectorum Surinamensium, Elizabeth Blackwell, A curious herbal, e Rosalba Bernini, di cui sono esposte alcune tavole.",
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"text": "Impronte. Noi e le piante offre anche un dovuto momento di riflessione sul patrimonio di documenti storici custoditi dall\u2019Universit\u00e0 e da varie istituzioni cittadine (Biblioteca Palatina, Fondazione Cariparma, Convitto Nazionale Maria Luigia). \u00c8 qui che diventano protagonisti materiali inediti o raramente esposti al pubblico (come, oltre all\u2019erbario Gardoni, gli erbari Berta, Guatteri e Jan) e il percorso conduce i visitatori alla scoperta delle nuove tecnologie impiegate per la rappresentazione delle piante. Dalle prime riproduzioni fotografiche ottenute a fini scientifici, come quelle esotiche tratte da Asiatic Palms durante le campagne botaniche di Odoardo Beccari nel Borneo, passando per le immagini ottenute con tecniche microscopiche, le opere esposte esplorano un presente che corre veloce verso nuovi traguardi. Lo raccontano gli incredibili ritratti spettrografici condotti sulle piante per accelerare la selezione agronomica e le fotografie di scienziati-artisti contemporanei come Craig Burrows, Igor Siwanovicz, Rob Kesseler e Jan Martinek, al contempo strumenti sperimentali di ricerca e vincitrici di premi fotografici internazionali.",
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"text": "L\u2019ultima sezione, una prospettiva ampia e scientificamente accurata, si apre svelando le illustrazioni moderne capaci di allargare lo sguardo dal particolare al generale, proprio come in una foto di gruppo. Microscopie, infrarossi, ultravioletti, radar, immagini satellitari, time lapse, risonanze, fluorescenze offrono la cornice ideale per riflettere sui temi che caratterizzano la nostra contemporaneit\u00e0, dal cambiamento climatico alla qualit\u00e0 dell\u2019aria, dalla sostenibilit\u00e0 agricola alla gestione del verde urbano e forestale. Grazie a queste nuove visioni molte conoscenze sono state approfondite e amplificate, portando le piante da viventi \u201cinanimati\u201d a organismi centrati su complessit\u00e0 e interazione, indispensabili alla nostra vita nelle citt\u00e0 e sul pianeta. Questa nuova era delle immagini ci ha rivelato che le piante hanno bisogni che non possiamo pi\u00f9 ignorare, anche perch\u00e9 sono ora sotto i nostri occhi.",
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"text": "L\u2019installazione: Artificial Botany\n Raccordo tra le due macrosezioni in cui \u00e8 strutturata la mostra e opera in continua evoluzione, Artificial Botany (fuseworks.it/works/artificial-botany) condensa la bellezza delle immagini con la potenza della tecnologia dando vita a un\u2019installazione audiovisiva ipnotica in cui la fluidit\u00e0 del processo vitale della pianta viene rappresentata a partire da una serie di illustrazioni botaniche d\u2019epoca.\n Raccolte dagli archivi digitali opensource di illustratori di met\u00e0 XIX secolo, queste illustrazioni sono diventate il materiale didattico per un particolare sistema di apprendimento automatico chiamato GAN (Generative Adversarial Network) che attraverso una fase di allenamento \u00e8 in grado di ricreare nuove immagini artificiali con elementi morfologici estremamente simili alle immagini di ispirazione ma con dettagli e caratteristiche che sembrano far emergere una reale rappresentazione umana. La macchina rielabora il contenuto creando un nuovo linguaggio, catturando le informazioni e le qualit\u00e0 artistiche dell'uomo e della natura.",
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"text": "Il concorso: Impronte OFF\n Un concorso di illustrazione aperto a giovani disegnatori, una mostra / happening che andr\u00e0 ad arricchire il percorso espositivo e due incontri fuori citt\u00e0 per far conoscere l\u2019Orto Botanico di Parma non solo come luogo di studio ma anche come polo aggregativo innovativo, pensato per le nuove generazioni. Il programma Impronte Off \u2013 ideato da Interno Verde e promosso dall\u2019associazione \u201cParma, io ci sto!\u201d \u2013 affiancher\u00e0 la mostra coinvolgendo studenti e professionisti under35, contribuendo cos\u00ec a far conoscere alle ragazze e ai ragazzi il ruolo che l\u2019Orto Botanico assumer\u00e0 per il territorio.\n Il bando del concorso di illustrazione, declinato sul tema della botanica fantastica, verr\u00e0 pubblicato luned\u00ec 18 dicembre sul sito www.internoverde.it e rester\u00e0 aperto fino a domenica 28 gennaio. Verranno selezionati dieci finalisti che esporranno i propri lavori all\u2019interno di Impronte. Ulteriori appuntamenti volti a esplorare le potenzialit\u00e0 della rappresentazione botanica saranno organizzati tra febbraio e marzo sia a Milano che a Bologna.",
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"text": "L\u2019Orto Botanico di Parma\n Gi\u00e0 nel Seicento esisteva un Giardino dei Semplici presso l\u2019antica sede universitaria in Borgo degli Studi, dedicato alla coltivazione di erbe medicinali. L\u2019insediamento attuale di via Farini fu istituito nel 1770 grazie al lavoro di Giambattista Guatteri. Le caratteristiche serre settecentesche, probabile progetto di un allievo dell\u2019architetto di corte Ennemond-Alexandre Petitot, furono terminate nel 1793. A Guatteri si deve la scelta di un orientamento sperimentale di impianto naturalistico, ispirato a quello dell\u2019Universit\u00e0 di Padova: studio dal vivo, floristica del territorio, acclimatazione in serra di piante esotiche, scambi con altri orti secondo una pratica che permane tuttora.\n A seguito del trasferimento di tutte le attivit\u00e0 di ricerca al Campus universitario, a partire dal 1980 la vocazione inizia a mutare. Da luogo in cui la scienza viene prodotta, gradualmente l\u2019Orto assume i tratti di una piattaforma in cui la scienza viene raccontata. Dopo un lungo periodo di oblio, da alcuni anni l\u2019Orto Botanico ha ritrovato un ruolo di primo piano nelle politiche dell\u2019Universit\u00e0 di Parma. Luogo emblematico e identitario per la comunit\u00e0, ospitando varie collezioni di pregio racchiude in s\u00e9 la tradizione scientifica e ambientale del territorio. Il suo futuro \u00e8 di uscire dalla staticit\u00e0 dell\u2019hortus conclusus poco accessibile al pubblico, divenendo invece punto preferenziale per la comunicazione scientifica, l\u2019educazione e la ricerca sui temi ambientali, della biodiversit\u00e0 e della sostenibilit\u00e0.\n L\u2019Orto \u00e8 al centro di un\u2019iniziativa di restauro e riqualificazione, in cui l\u2019Ateneo \u00e8 affiancato da istituzioni e realt\u00e0 private del territorio, mirata a sfruttare le collezioni in chiave moderna per sensibilizzare sui benefici delle piante alla vita umana e al contempo ricostruire la memoria storica dell\u2019Orto, recuperando essenze e collezioni presenti nel catalogo redatto all\u2019epoca della sua fondazione. La nuova struttura avr\u00e0 la medesima vocazione di questa mostra: raccontare la storia dei giusti rapporti necessari tra noi e le piante.",
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"text": "\u201cImpronte. Noi e le piante rappresenta per l\u2019Universit\u00e0 di Parma una sorta di \u201cmanifestazione d\u2019intenti\u201d verso la citt\u00e0. Con fondi propri e col fondamentale supporto del territorio, in un \u201cgioco di squadra\u201d in cui crediamo moltissimo, l\u2019Ateneo ha da alcuni anni avviato per l\u2019Orto Botanico e per il Museo di Storia Naturale un importante percorso di riqualificazione, che proprio nel 2024 entra nel vivo con l\u2019apertura dei cantieri. Questi due luoghi si apprestano a riacquisire il ruolo centrale che loro spetta nel tessuto culturale cittadino. I temi attorno ai quali gravita questo percorso sono i medesimi alla base dell\u2019allestimento pensato per Palazzo del Governatore: le parole chiave sono dialogo, contaminazione, sostenibilit\u00e0, complessit\u00e0, coinvolgimento, scoperta. Questa mostra rappresenta quindi un traguardo importante, sia nei termini tangibili di un\u2019esposizione sia in quelli immateriali ma non meno potenti della sintesi progettuale\u201d - Paolo Martelli, Rettore dell\u2019Universit\u00e0 di Parma",
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"text": "\"Palazzo del Governatore si trasformer\u00e0 in una wunderkammer affollata di 200 elementi che schiuderanno minuti particolari botanici grazie ad una nuova e felice collaborazione tra istituzioni culturali pubbliche e illuminate realt\u00e0 imprenditoriali del territorio. Per Parma si tratta anche della rivelazione di una raccolta appassionata che \u00e8 andata a sostanziare gli Erbari Gardoni, Berta, Guatteri e Jan custoditi dall\u2019Orto Botanico che, per la prima volta esposti insieme, raccontano di una privilegiata relazione della citt\u00e0 con l\u2019illustrazione ottocentesca ed un vivo interesse per il sapere botanico. Si tratta di un percorso sapr\u00e0 che sapr\u00e0 affascinare con romantiche impronte fan\u00e9 che hanno attraversato i secoli, con le indagini stupefacenti che sanno tracciare i moderni imaging, ma soprattutto che lascer\u00e0 ai visitatori una domanda urgente e contemporanea: quali impronte stiamo lasciando?\" - Lorenzo Lavagetto, Vicesindaco e Assessore a Cultura e Turismo del Comune di Parma",
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"text": "\u201cQuesto progetto espositivo ci consente di rimettere a fuoco il difficile equilibrio tra uomo e natura. Impronte. Noi e le piante consentir\u00e0 alla collettivit\u00e0, specialmente alle giovani generazioni, di consolidare conoscenza e consapevolezza sul patrimonio botanico del nostro territorio, anche grazie alla messa in rete di tutti quei luoghi che ad oggi ne tengono traccia e che rivivranno in ottica di sistema nei nuovi spazi espositivi dell\u2019Orto Botanico. Questa mostra entra di diritto anche all\u2019interno dell\u2019iniziativa didattica di Fondazione Cariparma A scuola nei Musei che da oltre 20 anni si rivolge a tutti gli istituti scolastici del nostro territorio. Il pianeta \u00e8 la nostra casa, da sempre. Per poter contribuire alle sfide globali dobbiamo prima di tutto fare la nostra parte sul territorio che abitiamo, salvaguardando la storia e la biodiversit\u00e0 locale, per progettarne il futuro. Insieme\u201d - Franco Magnani, Presidente della Fondazione Cariparma",
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"text": "\u201cAbbiamo apprezzato da subito il progetto Impronte. Innanzitutto, perch\u00e9 la mostra di Palazzo del Governatore contribuir\u00e0 a valorizzare un patrimonio importante della citt\u00e0 di Parma: l\u2019Orto Botanico, che custodisce un importante corpus culturale, di cui l\u2019Erbario Gardoni \u00e8 un esempio, ed \u00e8 un luogo deputato alla conoscenza scientifica. In secondo luogo, perch\u00e9 riteniamo che Impronte rappresenti lo sviluppo coerente di un percorso che abbiamo intrapreso a partire dal 2020, con i progetti Pharmacopea prima e L\u2019Arte della Cura poi. Il tema \u00e8 la riscoperta dell\u2019identit\u00e0 chimico-farmaceutica del nostro territorio. Come Societ\u00e0 Benefit e certificata B Corp, siamo orgogliosi di contribuire alla realizzazione di questa mostra, per tenere alta l\u2019attenzione sul legame tra scienza e botanica e sull\u2019Orto Botanico cittadino\u201d - Alessandro Chiesi, Presidente del Gruppo Chiesi",
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"text": "\u201cTra ci\u00f2 che non possiamo vedere delle piante ci sono le radici; senza dubbio quelle del Gruppo Davines sono profondamente radicate nelle tradizioni farmaceutiche e speziali della nostra citt\u00e0. Dopo il progetto Pharmacopea, con il quale abbiamo fatto rivivere insieme al Gruppo Chiesi un percorso che va dall\u2019Orto Botanico all\u2019Antica Farmacia S. Filippo Neri, sono felice di aver contribuito alla nascita di un altro \u201cprodotto culturale\u201d che \u00e8 in sintonia con la storia e l\u2019impegno della mia famiglia, a partire dalle prime attivit\u00e0 di mia madre Silvana, che oltre 40 anni fa inizi\u00f2 una ricerca all\u2019avanguardia sui migliori principi attivi cosmetici delle piante. Le riflessioni che emergono dalla mostra sui colori come declinazioni della bellezza e sulla pianta intesa come realt\u00e0 unitaria olistica possiedono un fascino unico, che accompagner\u00e0 i visitatori nella ri-scoperta della storia chimico-farmaceutica di Parma\u201d - Davide Bollati, Presidente del Gruppo Davines",
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